Economia

Codice tributo 1668: cos’è, significato e uso

Il codice tributo 1668 è previsto dall’Agenzia delle Entrate per documentare la rateizzazione delle somme di denaro dovute a titolo di saldo o di acconto per il pagamento delle imposte date dalla dichiarazione dei redditi. Quest’ultima deve essere presentata tramite compilazione del Modello Unico o modello 730.

Inserito nel modello F24, quindi, il codice tributo 1668 illustra il pagamento del contribuente relativo agli interessi maturati sulle imposte rateizzate.

Caratteristiche della rateizzazione

Nello specifico, la rateizzazione non interessa gli importi relativi all’imposta di per sé, perché il soggetto può ricorrere alla dilazione in rate per una sola parte delle imposte. Però, se il contribuente decide di rateizzare il pagamento, i medesimi importi delle rate aumentano con un tasso di interesse dello 0,4% all’anno applicato automaticamente nella determinazione del numero di rate. Bisogna, inoltre, tenere conto del piano di rateizzazione scelto dal soggetto. Si ha un numero massimo di rate consentite per un totale di sei quote.

Non possono, però, essere rateizzati i pagamenti versati nel mese di novembre, come l’acconto Irpef, Ires e Irap e il versamento dell’Iva che vengono nel mese di dicembre. Inoltre, col modello F24 il codice tributo 1668 indica il compimento del versamento degli interessi da saldare separatamente dalle imposte che vengono rateizzate e a cui si riferiscono.

Come funziona il codice tributo 1668

Nel momento in cui deve essere calcolata, la prima rata viene determinata da un arrotondamento in centesimi di euro sulla base delle differenze positive o negative date dal totale. Quando viene eseguito il pagamento a titolo di interessi su imposte a rate, non solo viene utilizzato il relativo codice tributo, ma vengono anche inseriti altri dati identificativi come, ad esempio, il saldo da effettuare e l’anno d’imposta a cui si fa riferimento.

Si può, inoltre, usare il medesimo stesso codice tributo, quindi sempre il 1668, nel caso in cui si esegua la compensazione di crediti nei confronti delle Finanze dello Stato. Quando, infatti, si compila il modello F24 bisogna prestare attenzione all’inserimento dei dati centrali, come la voce “Totale A” in cui vanno riportati gli importi a debito. Nella voce “Totale B”, poi, vanno indicati gli importi a credito. Infine, lo spazio dedicato alla voce del saldo richiede l’indicazione dell’esatta posizione del contribuente. Il saldo, infatti, può essere a debito, per cui il cittadino dovrà versare la somma derivante dalla sottrazione; il saldo, poi, può determinare un importo a credito verso il Fisco, per cui il contribuente potrà riscattare un rimborso; infine, la somma che avanza può venire compensata da eventuali debiti da prevedere, eventualmente, in futuro.