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Come vengono effettuati gli accertamenti per la residenza

Per la legge, la residenza è il luogo dove una persona dimora in modo duraturo e stabile, e una volta scelto bisogna comunicarlo all’anagrafe comunale, e seguire tutte le procedure previste.

Come si sceglie il luogo dove abitare?

Scegliere la dimora in cui risiedere non è solo una questione personale. Infatti, il cambio di residenza comporta anche degli oneri, come l’iscrizione alla lista elettorale del comune di residenza.

La residenza determina la scelta del medico e quali adempimenti svolgere nel caso che il cittadino si sposi. Il residente, inoltre, ha la possibilità di avere accesso ai servizi demografici del comune in cui abita.

Cambiare residenza, comporta l’annullamento delle raccomandate e delle notifiche, del vecchio indirizzo. Dal punto di vista fiscale, cambiare residenza, ed uscire dal nucleo familiare, comporta una nuova (o una prima) dichiarazione ISEE.

Chi fa gli accertamenti per la residenza?

Per varie ragioni, dopo il cambio di residenza si devono effettuare delle verifiche, per assicurarsi che, effettivamente, la persona vive in quella casa, e non l’ha affittata per altre ragioni. Per questo, l’Ufficiale dell’anagrafe affida alla Polizia Municipale il compito di fare i dovuti controlli, entro quarantacinque giorni dalla richiesta di cambio di residenza.

La Polizia Municipale, per effettuare questi controlli, si reca materialmente all’indirizzo indicato da chi ha richiesto il cambio di residenza, per accertarsi che quest’ultima viva lì. Se non dovesse trovarlo (o trovare qualche altro residente) per più volte, nel corso dei quarantacinque giorni, la Polizia Municipale è tenuta a comunicarlo alle autorità che si occupano della sicurezza pubblica.

Se i controlli, alla fine del periodo previsto, danno esito negativo, l’Ufficiale dell’anagrafe deve concludere che non ci sono abbastanza elementi che possano provare che il soggetto in questione abiti nel posto da lui dichiarato, e deve rigettare la richiesta di cambio di residenza, che verrà in seguito comunicata al vecchio indirizzo. Il cittadino, per opporsi a questo provvedimento, deve fare ricorso entro trenta giorni al prefetto. Eventualmente, chi ha ricevuto un rifiuto può comunque fare una nuova richiesta, recandosi al Comune.

E’ consigliabile comunicare il proprio cambio di residenza dopo aver finito definitivamente di traslocare, in modo che le autorità competenti possano accertarsi che il cittadino abiti effettivamente all’indirizzo indicato.

Non è, invece, obbligatorio comunicare il cambio di residenza alla banca con la quale si ha in sospeso un mutuo o ad altri creditori. Sono questi ultimi, infatti, che devono informarsi sul luogo di residenza. Lo stesso vale per la patente di guida, perché non riporta più l’indicazione della residenza.