Salute

Femore rotto non operabile: quali sono le soluzioni?

Il femore è l’osso della coscia e parte dal ginocchio per collegarsi all’anca. Si tratta di uno degli ossi più importanti nello scheletro di ogni essere vivente vertebrato. Negli esseri umani, i problemi al femore, sono sempre quelli maggiormente sotto controllo.

Qualsiasi danno che ci sia in quest’osso ricade sull’anca e sulla schiena. Il risultato è di limitare l’attività motoria, ma anche di sviluppare delle ernie al disco o alle ginocchia. Non possiamo non dire che effettivamente i problemi che ne derivano sono tantissimi. Oggi gli utenti hanno una grande fiducia, forse anche eccessiva, nella medicina. Le fratture tornano in linea nel 94% dei casi. Questo vuol dire che ci sono dei casi di incidenti ossei che sono difficili da riparare.

Un femore rotto non operabile non è raro, esistono:

  • Fratture trasversali
  • Oblique
  • A spirale
  • Multipla
  • Frattura aperta

Proprio per l’elevata percentuale di “impossibilità” di guarigione, esistono soluzioni alternative.

Tutor di sostegno “anatomico”

Negli anziani le ossa si assottigliano dopo i 75 anni e non guariscono. La diminuzione degli ormoni, le patologie ossee e anche la mancanza di “reazioni” chimiche interne, rendono lo scheletro fragile.

In considerazione di un problema che coinvolge tutti gli esseri umani, ecco che sono stati creati dei tutor di sostegno anatomico. Per eliminare la presenza dei “ferri” nella “carne”, si è escogitato una serie di strutture o impalcature che sono esterne. Quanto si usa il tutor di sostegno anatomico? Consigliato per i soggetti in avanti con l’età, che non possono subire delle operazioni a causa di una frattura ossea multipla o anche per una lenta guarigione.

I tutor sono facili da indossare. Studiati anche in base al problema del paziente. Si ha una cinta che avvolge i fianchi, garantendo un maggiore “blocco” dell’impalcatura, il resto della struttura si estende lungo la coscia. Questo aiuta a stabilizzare il femore e permette di muoversi liberamente.

Carico post frattura, cosa succede

Un altro tutor di sostegno per il femore rotto è quello considerato per il “carico post frattura”. In questo caso si è subito già un’operazione, ma siccome l’osso non ha il giusto sostegno, allora si deve indossare un tutor che possa fasciare tutta la coscia. Meglio scegliere quelli regolabili con fascia a cinta che sia molto grande.

Una “cintura” grande consente di caricare e distribuire il peso del corpo sulle anche è di caricare di meno sul femore rotto. Per chiunque si stia interessando a questa soluzione alternativa e indolore, dovete sapere che si devono seguire determinate regolazioni.

L’ortopedico è colui che deve capire esattamente quale sia il carico che il femore non riesce a sopportare. Ordina il tutor che deve essere poi regolato in seguito sempre dal medico ortopedico. Nel corso dei mesi, in base anche ai miglioramenti del paziente, si ha poi una regolazione delle fasce dell’impalcatura.

Massaggi e fisioterapia, importantissimi

Usare un tutor per il femore rotto non vuol dire che si devono trascurare poi i muscoli, nervi e legamenti che ci sono. La mancanza di movimento “naturale”, impone una serie di fisioterapie, massaggi e ginnastica passiva continuativa nel corso dei mesi.  Ci possono essere degli esercizi da eseguire a casa, da soli, ma si tratta di un passaggio importante per stimolare la guarigione del femore.