Cultura

Georges Canguilhem filosofo francese del 900: storia e pensiero

Se siete curiosi di conoscere più a fondo questo importantissimo filosofo francese del 900, scoprendo le principali notizie riguardanti la sua vita e gli sviluppi del suo singolare pensiero filosofico, allora questo articolo potrebbe rivelarsi la giusta risposta alle vostre domande. 

La sua storia

Canguilhem Georges è un filosofo della medicina ed inoltre epistemologo di origini francesi, che nacque nel 1904 e intraprese i suoi studi presso l’Ecole normale superieure. Una volta conclusi i suoi studi, egli decise di dedicarsi all’attività lavorativa di professore presso l’Università di Strasburgo, dove lavorò dal 1941 al 1948. In un secondo momento, più precisamente nel 1955, ottenne invece la cattedra alla Sorbona, dove riuscì ad ottenere il ruolo di direttore dell’istituto di storia delle scienze e delle tecniche, incarico di cui si occuperà fino al 1971. Il suo pensiero filosofico avrà poi nella seconda metà del XIX secolo, un importante impatto sulle questioni riguardanti la medicina e la salute, grazie alle sue innovative riflessioni in merito.

Il suo pensiero filosofico

Il pensiero di Canguilhem Georges vede le sue radici nella storia della biologia, in quanto egli muove una vera e propria critica nei confronti del modello meccanicista, che trova espressione nel paradigma cartesiano, secondo cui l’animale viene inteso come macchina. Si può dunque dire che Canguilhem abbia letteralmente capovolto la visione della biologia e della storia della scienza allora presente. Per fare ciò egli, in quanto epistemologo, decise di provare stravolgere totalmente la prospettiva epistemologica di quel tempo, permettendo così di comprendere e di spiegare la costruzione di un organismo (macchina) partendo dal suo interno, più esattamente dal suo funzionamento. Nel 1955, Canguilhem Georges scrisse un saggio intitolato “La formation du concept de reflex au XVII et XVIII siecle”, nel quale espone proprio la sua critica rivolta al paradigma cartesiano. In un altro suo scritto del 1966, intitolato “Le normal et le pathologique”, mostra invece la sua percezione della “patologia” e del “patologico”, parlandone in un modo del tutto innovativo. Egli infatti non considerò il “patologico” come una variazione quantitativa del “sano” o del “normale”; ma piuttosto come una “normalità diversa”. Questa sua visione del patologico presuppone che la guarigione non sia intesa come un ritorno alla situazione precedente rispetto alla patologia, ma piuttosto come un nuovo equilibrio da ricercare. Con questo suo scritto Canguilhem vorrebbe dare un nuovo nome alla fisiologia ed alla patologia, che secondo lui sarebbero dovute essere lette sotto un’altra prospettiva, che avrebbe permesso di pensarle come scienze delle condizioni riguardanti la salute. Infine, egli dedicò un saggio alla propria ideologia scientifica. Canguilhem Georges, infatti, pur essendo consapevole di non poter parlare di una vera e propria ideologia scientifica esistente, vuole dimostrare che nel corso della storia vennero utilizzati diversi sistemi utili a spiegare fenomeni scientifici, con l’intento di giustificarli, così da formulare dei veri e propri concetti scientifici.