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I funghi bioluminescenti che brillano al buio

In tutto il mondo esistono circa 80 specie differenti di funghi bioluminescenti in grado di brillare in assenza di luce. I funghi bioluminescenti crescono sui tronchi degli alberi più vecchi, brillando durante le ore notturne proprio come avviene similmente per le lucertole. L’origine di questi funghi vanta una storia antichissima, risalente a diversi secoli fa, ma quali sono le loro caratteristiche principali? Scopriamolo insieme all’interno dell’articolo.

La scoperta ufficiale

La scoperta ufficiale dei funghi bioluminescenti risale alle nozioni tratte dal filosofo greco Aristotele, il quale definì la specie come ‘fuoco freddo’, trattati anche dall’autore latino Plinio il Vecchio. Nel 1555 il cartografo svedese Olaus Magnus descrisse i funghi bioluminescenti come mezzo ‘alternativo’ per l’illuminazione del cammino lungo i sentieri della Scandinavia servendosi dei tronchi di legno specifici.

Successivamente alla scoperta dei funghi in grado di brillare nel periodo notturno il loro utilizzo venne sfruttato anche durante il corso della Seconda Guerra Mondiale e del conflitto in Vietnam, sfruttati dai soldati sugli elmetti evidenziando la propria presenza ai compagni, evitando di farsi scovare dai nemici. La scoperta ufficiale dei funghi bioluminescenti è odiernamente attribuita al botanico inglese George Gardner nel 1839, sotto la denominazione di Agaricus gardneri.

Il fenomeno della bioluminescenza

Il fenomeno della bioluminescenza permette ad alcuni esseri viventi di emettere luce nella fase notturna priva dell’esposizione solare, grazie alla capacità dell’energia chimica di trasformarsi in luce luminosa attraverso un processo di reazioni. I funghi bioluminescenti brillano al buio grazie alla presenza dei pigmenti luciferine, attivandosi in una reazione data dall’enzima luciferasi in presenza di ossigeno. La luce emessa, a seconda delle specie viventi, si dimostra continua oppure intermittente, come nel caso delle lucciole.

La sostanza luminosa viene riconvertita in luciferina, dando origine ad una continua reazione bioluminescente. Questa luce prodotta viene classificata come ‘fredda’ senza appartenere agli specifici spettri ultravioletti e infrarossi. Studi precedenti hanno associato ai funghi le stesse reazioni chimiche presenti nelle lucciole e in alcuni batteri, attirando i batteri al fine di promuovere la diffusione delle spore. I funghi bioluminescenti crescono soprattutto all’interno dei boschi umidi, tipici dei territori giapponesi in direzione delle isole di Hachijo e Bonin, ma anche in Sri Lanka, Polinesia, Indonesia e Taiwan.

funghi bioluminescenti rischiano odiernamente l’estinzione a causa della loro stessa fragilità e delle masse turistiche solite recarsi all’interno dei boschi per ammirarli. Per crescere e sopravvivere i funghi bioluminescenti necessitando di temperature non eccessivamente umide, né secche intorno ai 27 gradi.