Cos’è la Race for the Cure?
La Race for the Cure non è solo una corsa: è un abbraccio collettivo, un inno alla vita, un atto d’amore. Nata negli Stati Uniti nel 1983, oggi è l’evento per la lotta al tumore al seno più partecipato al mondo. In Italia è promossa dalla Susan G. Komen Italia, un’organizzazione no-profit impegnata da anni nella prevenzione e nella ricerca.
Questa manifestazione unisce sport, salute, solidarietà e impegno civile. È un’occasione per ricordare, per sostenere e soprattutto per celebrare chi ha lottato, chi lotta e chi ce l’ha fatta. È un evento inclusivo, adatto a tutte le età, dove migliaia di persone si uniscono per dire una sola cosa: insieme, possiamo fare la differenza.
Ogni anno, la Race for the Cure si svolge in diverse città italiane, ma quella di Roma ha un sapore unico, perché si tiene nel cuore della Capitale, nel maestoso Circo Massimo, luogo di storia e rinascita. E quest’anno, dal 8 all’11 maggio 2025, tornerà più grande, più emozionante e più necessaria che mai.
Il significato simbolico dell’evento a Roma
Correre o camminare al Circo Massimo, circondati dalla bellezza eterna di Roma, assume un significato ancora più profondo. È come se l’antichità si inchinasse davanti alla modernità della solidarietà. Ogni passo fatto lungo quel percorso diventa un messaggio, un gesto, una promessa.
Roma, con la sua storia millenaria, si trasforma in teatro di speranza. Le donne in rosa, le famiglie, i bambini, i volontari: tutti diventano protagonisti di una narrazione condivisa. Ogni maglietta rosa è un inno alla vita che ha saputo resistere, combattere e ripartire. Ogni palloncino, ogni applauso, ogni stretta di mano racconta che, anche nella malattia, non si è mai soli.
Nel caos di una società spesso distratta, la Race for the Cure ci ricorda cosa conta davvero: la salute, l’amore, la comunità. Ed è proprio da Roma che parte questo messaggio universale, per arrivare al cuore di tutti.
Il programma 2025 della Race for the Cure a Roma
Le giornate: date, orari e attività
Dal 8 all’11 maggio 2025, il Circo Massimo si trasformerà in un grande villaggio della salute, dello sport e della solidarietà. Quattro giorni di eventi, attività gratuite, incontri e momenti di celebrazione, dedicati non solo alla corsa, ma anche alla prevenzione e alla consapevolezza.
- 8 maggio (giovedì): apertura ufficiale del “Villaggio della Salute”. Inizio delle attività gratuite di prevenzione, laboratori di benessere, conferenze e talk con medici, psicologi e volontari.
- 9-10 maggio: proseguono le visite mediche, le attività educative, gli spettacoli, i momenti di intrattenimento. Previsti anche corsi di yoga, zumba, laboratori per bambini e stand informativi.
- 11 maggio (domenica): il giorno della grande corsa e camminata. Partenza prevista per le ore 10:00. Due i percorsi: la corsa di 5 km e la passeggiata di 2 km, aperta a tutti.
Oltre al lato sportivo, il villaggio sarà attivo tutto il giorno, con zone ristoro, aree bimbi, stand solidali e spazi per ascoltare storie e testimonianze.
Corsa, camminata e “Villaggio della Salute”
Il cuore pulsante dell’evento sarà ancora una volta il “Villaggio della Salute”, un’area interamente dedicata alla prevenzione gratuita. Medici, specialisti e volontari saranno a disposizione di tutti – donne e uomini – per consulenze, ecografie, visite senologiche, nutrizionali e dermatologiche.
Una vera e propria cittadella del benessere dove prendersi cura di sé in modo gratuito e accessibile. Ma non solo: nel villaggio troveranno spazio anche attività sportive, eventi culturali e incontri di sensibilizzazione. Tutto questo mentre Roma fa da cornice, regalando un’energia unica a chi partecipa.
E poi la corsa. Un momento simbolico, potente, spesso commovente. Le maglie rosa delle donne che hanno affrontato il tumore si mescolano con quelle bianche dei familiari, amici, medici e sostenitori. È una marcia corale verso la vita, dove l’importante non è vincere, ma esserci.
Le “Donne in Rosa”: simbolo di forza e rinascita
Chi sono e cosa rappresentano
Le “Donne in Rosa” sono l’anima pulsante della Race for the Cure. Sono donne che hanno affrontato o stanno affrontando il tumore al seno. Indossano la maglia rosa con orgoglio, come un vessillo di coraggio, speranza e rinascita. Non sono solo partecipanti: sono testimoni viventi di una battaglia durissima, ma affrontata con dignità e forza.
In mezzo alla folla, le riconosci subito. Hanno negli occhi una luce diversa. Spesso sorridono, ma è un sorriso che racconta molto più delle parole. Racconta le paure, le notti insonni, i dolori fisici, ma anche la resilienza, la gratitudine, la voglia di vivere ogni istante con pienezza. Sono madri, figlie, sorelle, amiche. E in quei giorni diventano simboli.
La loro presenza dà senso alla corsa: la rende vera. Correre accanto a loro significa ricordare che dietro le statistiche ci sono persone reali, con storie, con volti. È un modo per dire: “Noi siamo con voi, non siete sole.”
Le loro storie: emozioni e testimonianze
Ogni “Donna in Rosa” ha una storia da raccontare. E ogni storia è un mondo. C’è chi ha scoperto la malattia per caso, chi ha affrontato più cicli di chemioterapia, chi ha dovuto rinunciare a una parte di sé, ma ha ritrovato qualcosa di più grande: la consapevolezza del proprio valore.
Nel Villaggio della Race, molte donne salgono sul palco per raccontarsi. E chi ascolta, piange, ride, si commuove. Perché queste testimonianze toccano corde profonde. Non si tratta solo di malattia, ma di trasformazione.
Queste donne parlano anche per chi non ha trovato il coraggio, per chi non ce l’ha fatta, per chi combatte ancora. E in quel momento, diventano portavoce di un’umanità più forte della malattia. Ogni loro parola, ogni loro passo è una vittoria. Ed è impossibile restare indifferenti.
La prevenzione è vita
Screening gratuiti, info point e attività mediche
Il cuore della Race for the Cure non batte solo nella corsa, ma soprattutto nella prevenzione. Ogni anno, l’evento offre screening gratuiti grazie al supporto di medici volontari, cliniche mobili e associazioni specializzate. È un’opportunità straordinaria, soprattutto per chi ha difficoltà ad accedere a percorsi di cura.
Nel “Villaggio della Salute” sarà possibile effettuare:
- Visite senologiche ed ecografie mammarie
- Controlli della pressione, glicemia e colesterolo
- Consulenze ginecologiche e dermatologiche
- Test nutrizionali e incontri con psicologi
Non si tratta solo di prevenzione del tumore al seno, ma di un approccio a 360 gradi alla salute. Le file ai gazebo non sono mai fredde e impersonali: sono fatte di sguardi, di mani che si stringono, di persone che si prendono cura l’una dell’altra.
L’importanza della diagnosi precoce
La prevenzione può salvare la vita. Lo ripetono gli specialisti, le donne guarite, le associazioni. E la Race for the Cure serve anche a questo: a ricordare che un controllo oggi può significare un futuro domani.
Molte donne scoprono la malattia tardi, per paura o per mancanza di informazioni. Ecco perché la Race diventa anche un momento educativo, dove abbattere i tabù, combattere la disinformazione e incoraggiare alla cura di sé.
Quando una donna supera la paura e si sottopone a un controllo, compie un atto d’amore verso se stessa. E se lo fa in un contesto festoso, accogliente, condiviso, quel gesto pesa meno e vale ancora di più.
Prevenzione significa futuro. E ogni visita fatta al Circo Massimo è una promessa mantenuta.
Una festa di sport, solidarietà e comunità
Famiglie, associazioni e volontari
La Race for the Cure è molto più di un evento sportivo. È una vera e propria festa collettiva, che abbraccia intere famiglie, gruppi di amici, associazioni, scuole e volontari di ogni età. È un giorno in cui si lascia a casa l’indifferenza, e si indossa la maglia della solidarietà.
Vedere bambini correre accanto ai genitori, ragazzi distribuire volantini, nonni che partecipano alla passeggiata: tutto questo crea un’atmosfera che emoziona. Le associazioni che lavorano tutto l’anno per sostenere le donne malate trovano qui un momento di visibilità e riconoscimento. E i volontari, instancabili, rappresentano il cuore operativo dell’evento.
Ognuno dà il suo contributo. C’è chi prepara panini, chi distribuisce bottigliette d’acqua, chi aiuta nelle visite mediche. Ma tutti – davvero tutti – donano un pezzetto di umanità.
I numeri delle edizioni precedenti
I numeri raccontano meglio di ogni parola l’impatto della Race. Solo nell’edizione 2024, a Roma, hanno partecipato oltre 75.000 persone, di cui più di 7.000 Donne in Rosa. Sono state effettuate oltre 6.000 visite gratuite in quattro giorni.
Questi numeri fanno riflettere. Ma soprattutto, fanno sperare. Perché dietro ogni cifra ci sono volti, mani, battiti, vite. E se ogni anno il numero cresce, significa che sempre più persone scelgono di esserci, di agire, di sostenere.
La Race for the Cure è la prova che la solidarietà non è un’idea astratta: è concreta, reale, contagiosa. E parte da Roma per raggiungere tutta Italia.
Il valore sociale ed emotivo dell’iniziativa
Emozioni in corsa: lacrime, sorrisi, abbracci
Durante la Race for the Cure accade qualcosa che va oltre l’evento sportivo. Si crea un’energia unica, un campo emotivo in cui ogni persona è parte di un abbraccio collettivo. E non è raro vedere lacrime, sorrisi, abbracci stretti tra sconosciuti che condividono la stessa causa. È un’esplosione di umanità che ti entra dentro e non se ne va più.
Le emozioni si leggono nei volti delle Donne in Rosa che avanzano con passo deciso, nelle mani dei mariti che le accompagnano con fierezza, nei bambini che sventolano bandiere con lo sguardo curioso. Si respirano negli applausi lungo il percorso, nei cartelloni scritti a mano, nei cori improvvisati che scaldano l’atmosfera.
C’è chi corre per se stesso, chi per una madre scomparsa, chi per un’amica ancora in terapia. E ogni partecipazione è una dichiarazione d’amore, di memoria, di speranza. La Race diventa uno specchio delle nostre fragilità e della nostra capacità di trasformarle in forza.
In quei momenti non esistono differenze di età, genere, cultura. Esistono solo persone, unite da un’unica volontà: lottare insieme. E questo, oggi più che mai, è un messaggio potente.
Il potere di sentirsi parte di qualcosa di grande
Uno degli aspetti più preziosi della Race for the Cure è la sensazione di appartenenza. Non sei più solo. Non sei più “quella che ha avuto il tumore” o “quello che ha perso la moglie per un cancro”. Sei parte di una comunità che comprende, accoglie, sostiene.
Questa rete di affetto e di vicinanza si costruisce con ogni passo, ogni stretta di mano, ogni sorriso condiviso. È un legame che non ha bisogno di parole, ma che resta inciso nella memoria di chi partecipa.
E sentirsi parte di qualcosa di grande, di qualcosa che fa bene, è uno dei regali più belli che si possa ricevere. Un dono che non costa nulla, ma vale tantissimo.

Come partecipare alla Race for the Cure 2025
Modalità di iscrizione e donazioni
Partecipare alla Race for the Cure è semplice e accessibile a tutti. Le iscrizioni possono essere effettuate direttamente online sul sito ufficiale di Komen Italia o nei punti fisici che verranno allestiti nelle settimane precedenti all’evento in varie zone di Roma.
Con una donazione minima di 15 euro, si riceve il kit di partecipazione: maglietta ufficiale (rosa per le Donne in Rosa, bianca per tutti gli altri), pettorale, zainetto e gadget degli sponsor. I fondi raccolti vengono destinati a progetti concreti di prevenzione, assistenza e ricerca su tutto il territorio nazionale.
Chi non può partecipare fisicamente, può comunque sostenere la causa con una donazione libera o iscrivendosi come “partecipante virtuale”. Un gesto piccolo, ma dal grande impatto.
È anche possibile creare squadre: gruppi di amici, colleghi, scuole o palestre possono iscriversi insieme e correre uniti. Questo rafforza il senso di comunità e rende l’esperienza ancora più coinvolgente.
Info pratiche: come arrivare, cosa portare
Il Circo Massimo è facilmente raggiungibile con la metro (Linea B, fermata Circo Massimo), autobus e tram. Nei giorni dell’evento, saranno potenziati i mezzi pubblici e predisposte aree di accoglienza per i partecipanti.
Cosa portare con sé? Oltre al kit ricevuto al momento dell’iscrizione, si consiglia abbigliamento comodo, cappellino, crema solare e acqua. È importante arrivare almeno un’ora prima della partenza della corsa/camminata per ritirare il pettorale e partecipare al riscaldamento collettivo, un momento divertente e motivante.
Ricorda: alla Race non servono doti atletiche, ma cuore. È un’occasione per esserci, per sostenere, per respirare insieme.
Oltre Roma: la Race in tutta Italia
Le altre tappe 2025
Anche se Roma rappresenta l’evento più grande e simbolico, la Race for the Cure si svolge ogni anno anche in molte altre città italiane. Le tappe principali previste per il 2025 includono:
- Bari
- Bologna
- Brescia
- Napoli
- Matera
- Pescara
- Verona
Ogni città aggiunge il proprio colore, la propria storia e il proprio entusiasmo. La formula è la stessa: corsa/camminata, villaggio della salute, testimonianze e attività per tutta la famiglia.
Partecipare in una città diversa da Roma non significa vivere un’esperienza minore: significa portare la Race ancora più vicina alle comunità locali, alle donne che magari non possono spostarsi, ma vogliono esserci.
Un movimento nazionale e oltre
Negli anni, la Race for the Cure è diventata un movimento nazionale, che va ben oltre i confini delle singole città. È un’onda rosa che attraversa l’Italia, un filo rosa che lega migliaia di persone in ogni regione.
Grazie ai social e alle campagne di comunicazione, anche chi non partecipa fisicamente può sentirsi parte del progetto. La Race si è evoluta in un evento ibrido, dove la solidarietà corre anche online, tra video, storie, raccolte fondi e testimonianze condivise.
E l’impatto si sente anche fuori dai confini italiani, perché la lotta al tumore al seno è una battaglia globale. Partecipare alla Race significa, anche simbolicamente, schierarsi a favore della vita. Ovunque essa sia.
Sponsorizzazioni e partnership
Chi sostiene l’evento
La Race for the Cure è resa possibile anche grazie al sostegno di tantissimi partner pubblici e privati. Aziende, enti istituzionali, fondazioni e media nazionali si uniscono per supportare un’iniziativa che ogni anno tocca il cuore di centinaia di migliaia di persone.
Tra i partner storici troviamo brand noti del mondo della salute, dell’alimentazione, dello sport e della cosmesi. Il loro contributo non è solo economico: molti forniscono materiali, gadget, prodotti per i partecipanti e servizi logistici. Alcuni coinvolgono i propri dipendenti come volontari, creando team aziendali che corrono per la causa.
Anche i media giocano un ruolo cruciale. Grazie alla visibilità offerta da radio, tv, giornali e canali digitali, il messaggio della Race riesce a raggiungere un pubblico sempre più vasto. E questo significa più iscritti, più fondi, più impatto.
Le istituzioni – come il Comune di Roma, il Ministero della Salute e le ASL locali – sostengono l’organizzazione, garantendo spazi, sicurezza e supporto tecnico-sanitario.
L’impatto delle collaborazioni nel sociale
Ogni partnership ha un valore che va oltre la semplice sponsorizzazione. Le collaborazioni con le aziende creano una rete virtuosa che promuove la cultura della prevenzione e della responsabilità sociale. Un brand che sostiene la Race comunica ai propri clienti un messaggio chiaro: “Noi ci siamo, anche quando non è facile.”
Queste alleanze aiutano Komen Italia a finanziare centinaia di progetti in tutto il paese: dall’acquisto di macchinari diagnostici, alla formazione del personale sanitario, fino ai programmi di sostegno psicologico e reinserimento lavorativo per le donne operate.
La Race for the Cure è quindi un esempio concreto di come pubblico, privato e cittadinanza attiva possano cooperare per un bene comune. Un modello da seguire, dentro e fuori la salute.
Perché tutti dovremmo partecipare almeno una volta
Partecipare alla Race for the Cure è un’esperienza che lascia il segno. Non importa se corri, cammini, stai in piedi tra la folla o ti limiti a osservare: in quei giorni, ogni persona è parte di qualcosa di straordinario.
È un’occasione per sentirsi vicini, per ricordare chi non c’è più e celebrare chi ha vinto. È un modo per dire “ti vedo” a chi sta combattendo in silenzio. È un atto d’amore verso gli altri e verso se stessi.
Ogni partecipante porta un pezzo della propria storia. E la Race le accoglie tutte: le storie di dolore, di rinascita, di speranza. Non è solo una corsa: è una dichiarazione di vita.
Per questo, almeno una volta nella vita, bisognerebbe esserci. Perché in un mondo spesso distratto, la Race ci ricorda l’essenziale: la salute, la solidarietà, l’unione.
E se partecipare può salvare anche una sola vita, allora vale la pena correre. Sempre.
FAQ
- Posso partecipare anche se non sono allenato?
Sì, assolutamente. La Race prevede una camminata di 2 km aperta a tutti, anche a bambini e persone anziane. Non serve essere sportivi, basta esserci. - Come vengono utilizzati i fondi raccolti?
I fondi sono destinati a progetti di prevenzione, assistenza e ricerca sul tumore al seno, sia a livello locale che nazionale. Komen Italia pubblica ogni anno un resoconto trasparente. - Cosa succede in caso di pioggia?
L’evento si tiene anche in caso di maltempo. La corsa può essere ridotta o modificata per motivi di sicurezza, ma il Villaggio della Salute resta attivo. - Posso partecipare con un gruppo di amici o con la mia azienda?
Sì. È possibile iscriversi come squadra e ricevere un pettorale personalizzato. È un’ottima occasione per vivere l’evento in compagnia. - Non posso partecipare fisicamente: posso contribuire in altri modi?
Sì, puoi fare una donazione, diventare volontario o partecipare virtualmente attraverso i canali online dell’evento.