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Ararat, il monte sacro agli armeni: che cosa si racconta su di esso? Dove si trova? Come raggiungerlo?

Un monte di fuoco, l’Ararat, anche se ormai non erutta più. Nasce come stratovulcano e si è elevato fino all’attuale altezza – supera i 5100 metri coprendo 1100 km quadrati di superficie! – con due coni evidenti che dominano la pianura circostante. Ma è un monte di fuoco anche perché è da sempre considerato dimora divina, terra santa e benedetta. Lo rivela lo stesso nome occidentale, che deriva da arjanwartah, termine sanscrito che indica la divinità. In oriente, e nella stessa Turchia sul cui territorio il monte sorge, il suo nome è diverso: qui viene chiamato Masis (montagna).

Ararat, il tetto di ghiaccio della Turchia

Il monte Ararat è il “tetto di ghiaccio” della regione più orientale della Turchia, quella che corrisponde all’Armenia, terra disperata e perseguitata da tutti. La montagna si innalza da sola su una pianura sterminata e tra le sue alte cime custodisce ben undici ghiacciai perenni, di cui uno forma una vera e propria calotta, presente da secoli.

Non lontano si trova il confine con l’Iran e due fiumi, Aras e Murat, che circondano una porzione di territorio dell’Azerbaijan dentro la Turchia. Visibile da chilometri di distanza, viene considerato un simbolo sia per la Turchia che per l’Armenia. Le città più vicine sono Dogubeyazit e, in territorio armeno, Artashat e la capitale Yerevan.

Le leggende e le storie dell’Ararat

Secondo la interpretazione millenaria della Bibbia, quando le acque del diluvio universale si abbassarono e ricomparve la terra, l’Arca che Noé aveva costruito per salvare uomini, piante e animali si ritrovò arenata su una delle cime del Monte Ararat. In realtà questa interpretazione deriva da un errore, e dal nome ebraico Urartu che indicava una vastissima regione tutto intorno alla montagna. Dunque, semmai la storia di Noé fosse veritiera, la famosa barca potrebbe essersi fermata ovunque tra l’Iran e la Turchia orientale.

Il credo popolare però vede nella cima dell’Ararat – o forse proprio in questa sua forma a “culla” che ricorda una chiglia – la località in cui davvero si arenò Noé. E quindi sarebbe quello il luogo in cui si trova, magari sepolta dai ghiacci eterni, la famosa Arca cercata da decine di esploratori. Per la civiltà Armena, questo monte è una terra popolata dal divino e una regione benedetta. L’Ararat è ben visibile dalla capitale armena Yerevan e ne rappresenta simbolicamente l’anima sacra.

Come arrivare

Le città di riferimento per salire sull’Ararat sono Yerevan e Dogubeyazit in particolare, sebbene la seconda sia la più vicina e accessibile per chi deve affrontare una escursione sul grande vulcano spento.  Dogubeyazit non ha un aeroporto, quindi arrivando a Istanbul o Ankara si deve prendere una coincidenza per gli scali più vicini, Igdir oppure Agri International Airport.

Una volta atterrati, troverete diverse linee di autobus che vi permetteranno di raggiungere comodamente Dogubeyazit. Da questa città partono le spedizioni per l’Ararat, e sono attivi tour operator e guide alpine che accompagnano costantemente i turisti sui sentieri e fino ai ghiacciai.

L’Ararat si trova in una zona politicamente “calda”, centro dei conflitti – anche armati – tra Turchia e Armenia. Non sempre è possibile accedere alla regione, dunque è bene informarsi presso l’ambasciata per avere notizie più sicure.