Politica

Opinioni Referendum Costituzionale 2016: confronto motivi del sì e del no

Le opinioni sul Referendum Costituzionale 2016 continueranno a tenere banco fino al prossimo 4 dicembre. Questa la data nella quale gli italiani saranno chiamati alle urne per decidere o meno di approvare la legge fortemente voluta dal ministro Maria Elena Boschi e dal Premier Renzi. I motivi del Sì o del No sono diversi, ma gli italiani sembrano non aver ancora preso una posizione a riguardo, soprattutto per la confusione generata dal dibattito politico che pone il problema come una questione di lotta tra partiti.

Stando a quanto dichiarato dal Premier nella conferenza stampa di fine anno 2015, il risultato del referendum potrebbe anche decidere le sorti dell’attuale Governo. Come in molti ricorderanno, Renzi ammise di essere pronto a dimettersi dal suo incarico e terminare la carriera politica in caso di vittoria del No. Negli ultimi tempi, però, abbiamo assistito a un brusco dietrofront nel quale Renzi ha confermato il voto nel 2018, a prescindere dal risultato della consultazione referendaria.

Confronto del Sì e del No: le opinioni sul Referendum Costituzionale 2016

Dapprima segnato per ottobre, poi spostato al 4 dicembre, il referendum che chiamerà alle urne gli elettori italiani riguarda l’approvazione del testo di legge sulla riforma costituzionale avvenuta il 12 aprile. In molti si sono già espressi sulle motivazioni del Sì e del No, non senza generare una forte confusione negli elettori, che ancora non hanno bene in mente su quale fronte schierarsi e cosa sia meglio per il futuro dell’Italia.

Oltre a Renzi, che chiaramente sostiene strenuamente il fronte del Sì, è anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a spiegare le ragioni del Sì, facendo emergere le debolezze della storia repubblicana e quelle imputabili al bicameralismo perfetto. Sono stati invece i costituzionalisti a difendere le ragioni del No, spiegando come lo stravolgimento totale dei principi della nostra Costituzione sia totalmente deleterio per le sorti del Paese.

Tra i sostenitori del Sì, oltre agli esponenti del PD, anche gli studiosi della Costituzione. La riforma Boschi sarebbe quindi un salto di qualità rispetto al sistema politico italiano e il processo legislativo, con il quale si garantisce una maggiore stabilità. Tra le ragioni del Sì, vi è certamente l’addio al Bicameralismo con la sola Camera chiamata a votare la fiducia del Governo, con conseguente diminuzione del numero di parlamentari e l’abolizione del CNEL, con miglioramento della qualità della democrazia. Il Senato sarà una camera di compensazione che agirà da tramite fra lo Stato e le Regioni.

Per il fronte del No, invece, la riforma non sarebbe legittima perché prodotta da un Parlamento eletto con legge elettorale dichiarata incostituzionale. In più, gli amministratori locali che andranno a comporre il nuovo Senato godrebbero comunque dell’immunità parlamentare. Il superamento del Bicameralismo sarebbe invece il grimaldello per aggiungere confusione a una situazione già difficile, complicando l’approvazione delle leggi. Inoltre, i costi della politica non verranno dimezzati ma abbattuti del 20%. Con queste disposizioni, si accentra il potere nelle mani del Governo e, quindi, di un solo leader.