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Il fisico che sfida Einstein: quali sono le teorie di Erik Verlinde?

La gravità è un’illusione e la materia oscura non esiste: ecco, in parole povere, cosa sostiene il fisico olandese Verlinde. Ma chi è? Qual è la sua teoria?

Chi è Erik Verlinde

Erik Peter Verlinde è nato il 21 gennaio 1962 a Woundenberg, in Olanda, ed assieme al suo fratello gemello, Herman, ha studiato fisica all’Università di Utrecht, laurendosi sotto la guida del premio Nobel per la fisica Gerard’t Hooft.

E’ sempre all’Università di Utrecht che continuò a lavorare, dedicandosi in particolare alla teoria delle stringe, e negli anni Novanta entrò a far parte del CERN di Ginevra. Diventò professore della sua Università nel 1996, ma nel 1999 lasciò il posto per l’Università di Princeton. Nel 2003 tornò in Olando, entrando all’Università di Amstredam, sempre come professore.

La sua teorie e le critiche

Verlinde ha espresso una diversa teoria sull’interpretazione dell’universo, nel 2017. Secondo lui la gravità è un’illusione, ma ciò non implica che sia reale, ma non sarebbe la causa, bensì l’effetto, dei movimenti di stelle e pianeti. Si può porre l’esempio di una teiera di acqua bollente: noi ne avvertiamo il calore e ci scottiamo, senza però percepire i moti delle singole particelle, e la gravità, quindi, è il prodotto di processi microscopici.

Per spiegare questa teoria, Verlinde avrebbe sviluppato una complessa trattazione matematica, in modo da analizzare i bit quantistici a livello microscopico. Tale visione della gravità, porta così anche un’altra più singolare, ossia che il cosmo può essere descritto come un ologramma enorme e le relazioni tra le particelle sono disposte su un unico piano.

Questo ardito concetto, spiegherebbe altri fenomeni, e chiama in causa la materia oscura. Se questa esiste, non si può sapere da cosa è composta, ma se l’idea di Verlinde è giusta, questa non esiste.

Una teoria del genere, ovviamente, è controversa e criticata, e si stanno cercando ulteriori conferme. All’Università di Leida, sempre nei Paesi Bassi, Margot Brouwer, ha cercato prove per fondare tale teoria, osservando con il suo gruppo di ricera circa 33000 stelle, e alcuni dati sembrano dimostrare che Verlinde ha visto giusto, ma l’interessato è ben lontano dal cantare vittoria: “ci vorranno ancora anni di lavoro perché la mia teoria spieghi con sufficiente precisione la struttura a grande scala dell’universo” ha detto. Sono, comunque, diversi gli studi che si stanno eseguendo, soprattutto quelli che riguardano la materia oscura.