Cultura

Il prototipo degli enigmisti: ecco chi era Edipo e cosa si sa di lui

Sfogliando le più importanti riviste di enigmistica spesso ci si imbatte in giochi i cui titoli fanno riferimento ad un certo Edipo. Ma chi era questo personaggio e soprattutto perché viene considerato il primo enigmista della storia? Per scoprirlo bisogna fare un bel passo indietro nel tempo e spostarsi a Tebe, la più importante polis della Beozia antica.

Edipo infatti è un eroe della mitologia greca, sovrano di Tebe, ma anche protagonista dell’enigma della sfinge. Questo indovinello viene considerato il primo enigma della storia perché è quello che ha la documentazione più antica. Ma ripercorriamo la vita di questo affascinante personaggio e vediamo quale enigma ha dovuto risolvere.

La nascita di Edipo, eroe della mitologia greca

Il re di Tebe Laio era preoccupato perché non era riuscito ancora ad avere un erede da sua moglie Giocasta. Si recò quindi dall’oracolo di Delfi per capire quale potesse essere il problema, ma l’oracolo gli disse che non avere figli per lui era una cosa buona, perché secondo una profezia, l’erede lo avrebbe ucciso, avrebbe sposato la madre ed avrebbe causato una serie di disgrazie.

Le parole dell’oracolo terrorizzarono Laio, che cacciò la moglie, ripudiandola senza spiegarle il motivo. Giocasta però riuscì a far ubriacare il re di Tebe e passò con lui un’ultima notte d’amore, rimanendo incinta. Nove mesi dopo nacque un bambino: Laio, spaventato dalla profezia, lo fece legare per i piedi in una foresta, in modo che potesse essere sbranato dalle bestie.

La fuga da Corinto

Il piccolo venne però salvato da Forbante, un pastore, che lo portò a Peribea, consorte di Polibo, re di Corinto. Il bambino venne chiamato Edipo, che in greco antico significa piede gonfio, per via delle ferite sulle caviglie causate dalla legatura ordinata da Laio. Edipo crebbe credendo di essere il figlio naturale del sovrano di Corinto, ma quando un nemico lo offese dicendogli che era un trovatello venne assalito da dubbi.

Anche lui quindi decise di recarsi dall’oracolo di Delfi: la Pizia, ovvero la sacerdotessa che comunicava le previsioni dell’oracolo, disse ad Edipo che lui avrebbe ammazzato suo padre e sposato sua madre. Per evitare di creare danni a quello che lui pensava fosse suo padre, decise di non tornare a Corinto e di dirigersi verso Tebe.

La morte di Laio

Lungo la strada incontrò il suo vero padre, Laio, che stava tornando dall’oracolo per chiedere la liberazione di Tebe dalla Sfinge. Il mostro infatti, inviato da Era per punire il sovrano di Tebe per il rapimento di Crisippo, si era sistemato all’ingresso della città e sottoponeva i passanti a degli indovinelli: chi non era in grado di rispondere nel modo giusto veniva ucciso (strangolato o divorato).

Polifonte, l’araldo del re, ordinò ad Edipo di farsi da parte per far passare il cocchio di Laio; Edipo non si spostò e Polifonte per tutta risposta uccise un cavallo dell’eroe e gli investì il piede con il carro. Edipo non gradì la cosa ed attacco l’alfiere, uccidendolo. Durante la colluttazione, Laio finì tra le redini e morì, trascinato a terra dai cavalli.

Il primo enigma della storia: gli indovinelli della sfinge

Edipo non lo sapeva, ma aveva appena concretizzato la prima parte della profezia: aveva ucciso il suo vero padre. Dopo la morte di Laio, Tebe aveva bisogno di un nuovo re: in assenza di un erede diretto, venne eletto Creonte, fratello di Giocasta. Creonte però non sapeva come liberare la città dalla sfinge, quindi disse di essere disposto a cedere il trono e la mano della sorella a chi fosse riuscito a risolvere l’indovinello del mostro.

La sfinge, un essere con il corpo di un leone, la coda di un serpente, le ali di un rapace ed il volto di una donna, poneva due domande agli abitanti di Tebe:

  1. Qual è quell’essere che ora cammina su quattro zampe, ora con due ed ora con tre e che più gambe ha più debolezza mostra?
  2. Ci sono due sorelle: una genera l’altra e la seconda a sua volta genera la prima; chi sono?

Nessun tebano riusciva a dare le giuste risposte e la sfinge continuava la sua strage.

Edipo, dopo aver sentito gli indovinelli, si mise a pensare e trovò le soluzioni. L’essere che cammina prima a quattro, poi a due ed infine a tre zampe è l’uomo, che appena nato gattona poi impara a camminare su due gambe e quando è anziano è costretto ad aiutarsi con un bastone. Le due sorelle che si generano a vicenda invece sono il giorno e la notte.

Edipo re di Tebe: si compie la profezia

Finalmente gli enigmi del mostro vennero risolti: la città di Tebe venne liberata dalla sfinge e Creonte mantenne la sua promessa. Edipo divenne re della città, ma soprattutto poté sposare Giocasta, sua madre, realizzando anche la seconda parte della profezia. Dall’unione nacquero due figli maschi (Eteocle e Polinice), ma la città venne colpita dalla peste.

Edipo inviò Creonte dall’oracolo per capire come mai Tebe fosse stata colpita da questa nuova disgrazia. Il responso fu: la peste passerà quando verrà vendicata la morte di Laio. Edipo allora disse che l’autore del delitto (che in realtà era lui) doveva essere condannato all’esilio. Per scoprie chi fosse il colpevole, Edipo interrogò l’indovino Teresia: lui sapeva tutto, ma cercò di evitare la domanda.

Edipo allora iniziò a credere che proprio l’indovino e Creonte fossero gli assassini di Laio. Teresia per affermare le sue doti di chiaroveggente descrisse come avvenne la morte di Laio: Edipo riconobbe il racconto ed iniziò a capire di essere stato lui l’assassino del suo predecessore. Nel frattempo arrivò anche la notizia della morte di Polibo, il re di Corinto: il messaggero svelò anche ad Edipo che Polibo non era il suo vero padre.

L’esilio e la morte

Ormai il quadro era chiaro. Giocasta capì tutto e decise di uccidersi, impiccandosi. Edipo usò la spilla della moglie (che era anche la madre) per accecarsi. Il trono tornò a Creonte, che riuscì a mantenere la storia segreta per un po’, fino a quando i figli maschi di Edipo scoprirono tutto e chiesero al sovrano di cacciare il padre dalla città.

Edipo, ormai cieco e vittima di una sua stessa legge, dopo aver maledetto i figli (a cui preannunciò che si sarebbero ammazzati tra di loro) si allontanò da Tebe accompagnato dalle figlie femmine Antigone e Ismene. Vagò a lungo, fino ad essere accolto da Teseo. La morte di Edipo venne annunciata da una tempesta di lampi e tuoni scagliati da Zeus.