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Liquidi infiammabili: facciamo il punto sulle norme per lo stoccaggio

In molti laboratori vengono impiegate numerose sostanze chimiche infiammabili e a rischio di esplosione, come le bombole di gas pressurizzato.

In questi casi, lo stoccaggio e la conservazione devono essere effettuati nel pieno rispetto delle norme vigenti, tese a evitare incidenti e proteggere tutto anche nell’ipotesi si verifichi un incendio nella stanza.

La normativa, in particolare, è quella europea EN 14470-1 e riguarda gli armadi dove mettere in sicurezza queste componenti particolari.

Stoccaggi liquidi infiammabili: cosa prevede la norma per gli armadi

Secondo la normativa vigente, gli armadi per lo stoccaggio di liquidi infiammabili possono offrire 3 diverse tipologie di resistenza al fuoco, che va dai 30 ai 90 minuti.

Tali tempistiche si contrassegnano con TYPE, seguito dal numero identificativo dei minuti che si hanno a disposizione per spegnere le fiamme intorno all’armadio. Al fine di testare al massimo materiali e reale resistenza, questi armadi si collocano, in fase di collaudo, in forni con carichi massimi e quindi sottoposti a controlli severissimi prima di essere messi in commercio.

Fondamentale sarà la presenza di un temporizzatore, che dovrà consentire ad ante e cassettiere di chiudersi automaticamente, laddove l’operazione manuale venga resa impossibile, entro un certo lasso di tempo e prima che l’alta temperatura o le fiamme raggiungano le sostanze al loro interno.

Lo stoccaggio delle sostanze infiammabili in questi contenitori permette quindi che i liquidi siano al sicuro prima che si giunga al cosiddetto flashover, altrimenti noto come incendio generalizzato, vale a dire il momento in cui all’interno di un ambiente iniziano a essere interessati dalle fiamme tutti quegli oggetti combustibili fino a quel momento rimasti x.

Come scegliere un armadio per lo stoccaggio di liquidi infiammabili nel rispetto della normativa

Naturalmente, per disporre di armadi per lo stoccaggio di liquidi infiammabili realizzati nel pieno rispetto della normativa vigente, è importante rivolgersi a realtà specializzate come AHSI, azienda con oltre 25 anni di esperienza che costituisce un vero e proprio punto di riferimento del settore biomedicale.

In fase di scelta, sarà fondamentale tenere conto di una serie di aspetti fondamentali, tra cui la distanza del laboratorio da una caserma dei Vigili del Fuoco, così da determinare la tipologia di resistenza al fuoco da prediligere.

Altrettanto importante sarà compiere un’analisi dei rischi che caratterizzano l’ambiente presso cui sorge il laboratorio così come tenere conto del tempo di evacuazione richiesto affinché il personale sia in grado di abbandonare l’edificio.

Armadi per lo stoccaggio dei liquidi infiammabili: le caratteristiche dei modelli principali

I modelli di armadi e contenitori per questo peculiare stoccaggio sono differenti e hanno profondità e misure che variano a seconda delle singole esigenze.

Possono contenere sia provette che bombole pressurizzate e larghezza e profondità devono consentirne la conservazione in maniera comoda e agevole. Può essere utile l’azionamento elettrico delle ante e il facile accesso anche da più operatori in contemporanea.

Lo stesso spostamento in un luogo sicuro deve risultare semplice da parte degli operatori, quindi in molti casi basta impiegare un carrello dotato di ruote nella parte inferiore per la movimentazione immediata.

La colorazione degli armadi per lo stoccaggio delle sostanze pericolose deve risultare riconoscibile a tutti gli utenti, in un’ottica di standardizzazione che permette di inserire l’elemento infiammabile o potenzialmente esplosivo sempre nel posto giusto. Non a caso, spesso al classico bianco si prediligono colori più accesi come il giallo o il rosso, anche per una più semplice individuazione da parte dei vigili del fuoco che dovranno portarlo lontano dal luogo dell’incendio.

Lo spessore dell’intera struttura di stoccaggio, secondo la normativa, dovrebbe essere omogeneo in ogni sua parte, ma viene fatta eccezione per il portello principale rispetto alla parte superiore dell’armadio. Le guarnizioni integrate, dopo la chiusura, dovranno risultare termo-espandenti e a tenuta stagna, al fine di non lasciar penetrare né fiamme, né calore. In alcuni casi, sono presenti sistemi interni di aspirazione.

Infine, laddove si conservino sostanze potenzialmente corrosive, oltre a verificarne sempre l’effettiva chiusura nei singoli contenitori, l’operatore dovrà poter contare su unità di stoccaggio che non restino intaccate da sversamento accidentale e possano, anzi, isolare perfettamente eventuali liquidi dal resto degli elementi perché non entrino a contatto tra loro cagionando danni.

Lamiere elettro-zincate, lana di roccia, vernici epossidiche e coibentazioni in calcio silicato contraddistinguono dunque i migliori contenitori per sostanze e liquidi infiammabili o a rischio di esplosione.